Tra i sentieri sonori del jazz contemporaneo quelli percorsi ed esplorati da Nils Petter Molvaer hanno il pregio di porsi a metà strada tra una world music futuribile e un'elettroacustica tanto accessibile quanto inclassificabile. Profeta, pioniere e ambasciatore nel mondo delle innovative tendenze nordeuropee, il trombettista e compositore norvegese, nato a Sula il 18 settembre 1960, ha saputo fare tesoro di rivoluzioni e intuizioni antecedenti, coniugandole e rielaborandole in un esperanto musicale perfettamente aderente alla civiltà dell'era digitale. Sulla scia di musicisti del calibro di Don Cherry, di Miles Davis, di Jon Hassell e di Brian Eno, la sua musica si caratterizza per gli straripamenti verso molteplici latitudini geografiche e culturali (situazioni esotiche, desertiche, equatoriali, tropicali, polari, urbane e rurali), nonché per una sensorialità emanata e sollecitata da motivi, trame e atmosfere che, oltre a farsi ascoltare, si fanno toccare, vedere, annusare e gustare. In questo intenso crogiuolo "fusion", l'ecumenismo jazz praticato da Molvaer incontra molteplici linguaggi e stili, in un processo creativo dove la sottrazione è spesso più brillante dell'addizione.
Concerto:
Nils Petter Molvaer: trumpet
Jan Bang: live sampling
Vladislav Delay: Drums
Dopofestival:
Antonio Farris: contrabasso, elettr.
Matteo Carrus: tastiere, elettr.
Giuseppe Joe Murgia: sax, elettr.
Alessandro Garau: batteria