Dromos, il corridoio antico, scelto come simbolo dell’alchimia dell’incontro tra culture e influenze diverse. Corridoio che conduce, nel rito dello spostamento di paese in paese, nell’incontro con gli officianti, per celebrare la terra, con la musica, in location sempre diverse. Dromos che poi deve condurre. E conduce a Nureci per la festa finale.
La festa che inizia nelle corti, non appena cala il fresco della sera e il sole tramonta alle spalle degli artisti che si raccontano. La festa che da sempre è scambio, tra vinili e strumenti musicali nel mercato della musica blues, con le radio che suonano all’unisono la musica gracchiante di antichi dischi, con note che si diffondono in un centro storico fuori dal tempo, tra strette vie che portano all’arena che celebra la mamma blues, con tre concerti da vivere seduti sul prato o ballando sotto il palco. Andare poi al dopo festival, mai troppo stanchi, al dopofestival, per non finire mai troppo presto, festeggiare ancora e fondere pubblico e artisti nelle jam session finali. Tornare l’indomani, per un crescendo di tre giorni, sino al gran finale della festa di ferragosto.