“Passavamo sulla terra leggeri” scriveva Sergio Atzeni immaginando le gesta dei mitici S’Ard, i danzatori delle Stelle, in quelle terre del Sinis da secoli culla e leggenda della cultura sarda. E’ partendo da quella suggestione che alcuni tra i principali festival sardi hanno sviluppato un progetto integrato, Rete Sinis, che punta a fare di questo territorio un “grande attrattore turistico e culturale” capace di competere a livello europeo.

Dopo una sperimentazione durata due anni (European jazz Expo nel 2015 e Musica nella Terra dei Giganti nel 2016) nasce finalmente l’ambizioso progetto Rete Sinis che, tramite l’omonima associazione che oggi raccoglie insieme Dromos, Jazz in Sardegna, Abbabula, Sardegna Concerti, Associazione Insieme per Riola e che per quest’anno si avvale anche dell’apporto della S&M Spettacoli e Musica, mette in rete un ricco cartellone di spettacoli di livello internazionale in scena dal 15 luglio al 19 agosto nella penisola del Sinis e nelle aree limitrofe.

Un progetto triennale nato grazie al sostegno della Fondazione di Sardegna e al contributo della Regione Sardegna (Assessorato del Turismo Artigianato e Commercio e Assessorato della Pubblica Istruzione Spettacolo-Sport), capace di competere coi più importanti festival internazionali e che, rispetto allo scorso anno, vedrà “Rete Sinis” gestire direttamente due tra i più importanti spazi del territorio: lo straordinario Anfiteatro di Tharros, con ben 1000 posti a sedere, posizionato su una importantissima area archeologica di origini fenicio-puniche e il “Parco dei Suoni” di Riola Sardo, splendida struttura nata dal recupero di antiche cave di pietra arenaria in grado di ospitare fino a 5.000 spettatori e la cui acustica sembra essere stata progettata appositamente per l’ambientazione di una sala da concerto.